10 cose (+1) dall’Isola delle Storie

La tredicesima edizione de L’isola delle storie, il festival letterario di Gavoi, la prima in assoluto per me. 10 cose (+1) che non potrò dimenticare.

  1. «Ma come fai ad aver letto Fois senza aver mai visto la Barbagia?»
  2. Beatrice. Perché quando trovi un pezzo di te in un’altra persona non può che essere amicizia vera. (Ammettiamolo: siamo le nuove Terry e Maggie).
  3. Ascoltare storie a testa in su, osservando scrittori intenti a parlare da balconi fioriti.
  4. Tommaso Pincio: l’entusiasmo preventivo, il sospiro di crepuscolo e il diario di lettura su La scuola cattolica. Perché talvolta Toro e Bilancia possono andare d’accordo.
  5. Fuffi, la gattina che tengo tra le braccia nella foto.
  6. Le magliette rosse che spuntavano come papaveri in ogni viuzza tortuosa della città.
  7. Il nervosismo del Grande animale che scalpitava durante i rigori di Germania-Italia, abbracciando sconosciuti.
  8. Conoscere, finalmente, «il sardo che scrive come un russo dell’Ottocento».
  9. Gli gnocchetti preparati alla leggendaria Cena dei pastori. E ovviamente Il mirto con l’autore (di fiori, amori spezzati e proposte di matrimogno).
  10. Imbattersi di continuo in Mircea Cărtărescu e pensare: «ok, se questo pomeriggio non è ancora partito, mi avvicino e chiedo se posso fargli due domande». L’ho fatto. Alla fine stavo malissimo e benissimo insieme.
  11. La dedica che mi ha fatto sentire una vera Principessa del caffè.

p.s. hai visto, Jacopo-il-Pianista? Ho seguito il tuo consiglio. (Grazie, alla prossima).

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