La mia città invisibile

Dovete sapere che quando ho lasciato Genova – la mia amata città di mare – per trasferirmi a Torino, nella mia piccola mansarda (esatto, quella in cui ogni tanto piove), di sera scorgevo dalla finestra le lucine verdi di un grattacielo. Un po’ come Gatsby. Qualche tempo dopo ho scoperto che quel grattacielo che mi faceva sentire meno sola era quello di Intesa Sanpaolo. È stata una congiuntura astrale a dir poco perfetta quando, proprio Intesa Sanpaolo, mi ha invitata alla serata di letture ad alta voce dedicata alle Città visibili e invisibili. L’iniziativa, curata da Giulia Cogoli, fa parte di un più ampio programma di attività culturali realizzate da Intesa Sanpaolo presso il grattacielo di Torino: lezioni di storia, conferenze su temi di attualità, appuntamenti e mostre. Dopo il primo incontro, Avventure terrestri ed extraterrestri dedicato ai racconti fantascientifici interpretati da Filippo Timi, e dopo la rilettura di Peppe Servillo tratta da Il barone rampante, è stata appunto la volta dell’appuntamento su Le città invisibili.

TORINO, CASA

Camicetta bianca e pantalone nero, Sonia Bergamasco è stata la protagonista assoluta della serata. L’Auditorium era gremito di persone: una volta abbassate le luci, però, il silenzio è stato pieno. Nei luoghi che si scorgevano tra le pagine lette nel corso dell’evento svettava Torino, la mia città-talismano. Mentre ascoltavo la voce magnetica di Sonia scandire in un vortice di suoni le parole di Calvino, mi sono trovata catapultata indietro nel tempo. Occhialetti rossi rettangolari e capelli ricci stile Cugino-di-campagna, la mia primissima volta nella capitale sabauda è stata una 12 ore in gita scolastica scandita da lunghe passeggiate per le vie principali della città, in attesa di incappare (più o meno casualmente) nel compagno di classe di cui ero cotta. È buffo, se ci pensate: sarebbe stata proprio Torino, quasi dieci anni dopo, con la sua mappa geometrica, quel fascino francese e sì, quelle distese di bancarelle di libri, ad accogliermi per farmi innamorare e permettermi di ridisegnare, una volta e per sempre, il concetto di casa.

ASCOLTARE UNA STORIA

Su Instagram, dopo aver condiviso una foto che racchiudeva parte dell’esperienza vissuta al grattacielo, mi è stato detto che la lettura è qualcosa di intimo. Ciò che è accaduto mercoledì sera, però, aveva molto a che fare con la potenza delle storie. Quelle narrate davanti al fuoco, o attorno a un tavolo – per condividere insieme la meraviglia. Perché ascoltare Sonia Bergamasco è stato come arrampicarsi sul grattacielo di Intesa Sanpaolo – lo stesso che mi ha tenuto compagnia nelle mie primissime notti torinesi – per guardare la città dall’alto. Un’esperienza che ti lascia senza fiato. E che ti ricorda che, come dice Gatsby, «c’è sempre una luce verde accesa tutta la notte all’estremità del tuo pontile».

 

Per rivedere i momenti più belli delle tre serate: http://www.grattacielointesasanpaolo.com/italo-calvino-tutto-in-un-punto/

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