Cosa faremo di questo amore. Intervista a Gabriele Di Fronzo #2

Si può, attraverso i libri, superare un amore finito? La risposta ce la fornisce Gabriele Di Fronzo in Cosa faremo di questo amore – terapia letteraria per cuori infranti, appena uscito per Einaudi.

Non un romanzo, non un saggio e neppure un manuale. È un oggetto letterario ibrido, mi verrebbe da dire. Ma tu come lo definiresti Cosa faremo di questo amore?

Si può dire il diario sentimentale di un lettore o il diario letterario di un sentimentale. Tra il saggio e il romanzo, la confessione e l’invenzione, combinando memoria privata e i capricci del bibliomane, si tratta di un libro che evocando i libri degli altri racconta quel che succede quando un amore finisce. I personaggi più infelici della letteratura camminano in parata, mogi mogi, e noi li osserviamo piagnucolando e ridacchiando. È un atto d’amore per la letteratura, è un atto di letteratura per l’amore.

Scandagliare le narrazioni degli amori spezzati non deve essere stato indolore: che tipo di lavoro hai fatto durante la stesura del libro?

Due neuroscienziati dell’Università di Los Angeles hanno condotto il seguente esperimento. In una prima fase hanno invitato un gruppo di uomini e donne a ricordare la persona amata che li aveva lasciati, il suo volto, le loro giornate più felici insieme. Nella seconda fase, a quelle stesse persone, è stata provocata un’ustione. I due neuroscienziati hanno osservato che la memoria dell’amore perduto sollecita le stesse zone cerebrali stimolate dal dolore fisico. Questo per dire che per me, progettare e scrivere Cosa faremo di questo amore, è stato un lavoro usurante. E lungo, soprattutto nel periodo della raccolta dei materiali. Ho convocato chi per lento disamore, per un tradimento o per una veemenza ormai scolorata si è lasciato. Chi per un paio di orecchie troppo grandi o una schiena giudicata paciosa; o perché la propria moglie si fa baciare soltanto se è raffreddata, o per una bontà sprecata. Nei libri ci si lascia sempre, persino di più che nella vita reale. Succede con ogni motivazione. Perché quell’altro ha finito i soldi o perché la donna di cui ti sei innamorato e dalla quale aspetti un figlio, lo scopri ovviamente troppo tardi, è un’aliena. La fine dell’amore è un genere letterario tra i più terrifici.

Dall’imbalsamatore di Il grande animale – il tuo esordio per nottetempo – al collezionista di storie d’amore finite. I tuoi personaggi si muovono sulla linea della perdita, nello sforzo – costante e impossibile – di trattenere attraverso gli oggetti ciò che non c’è più. Cosa possiamo aspettarci dal futuro?

Una donna innamorata, crudele, forse un’assassina; e un uomo, anche lui innamorato, ahilui mansueto. Forse lo dovrei definire un giallo.

Una playlist tratta da Cosa faremo di questo amore: un libro, un film e una canzone. Da godersi una volta finito di leggere questa intervista.

Il giunco mormorante di Nina Berberova; La signora della porta accanto di François Truffaut, The pugilist di Keaton Henson.

 

Illustrazione di Marion Fayolle

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