In questi giorni di corsa ad ostacoli, il cui obiettivo è un Natale dove l’unica cosa certa è che una sedia al tavolo della nostra famiglia rimarrà per sempre vuota, ho voluto ritagliarmi del tempo per me. O almeno provarci un po’.
E così, durante il fine settimana, ho scelto di prendermi cura di me stessa. Tra maschere idratanti per capelli e purificanti per il viso, avvolta nelle iconiche bende dell’Estetista Cinica, sono andata alla scoperta dell’ultimo libro di Daria Bignardi. Sono stata visitata da Galla, da Bianca, da Nicola. E mi ha fatto compagnia il fantasma di una donna, Gabriele: personaggi che hanno tutti a che fare con l’abbandono.
Ma andiamo con ordine: da quando è stata lasciata dal marito, Galla – il cui nome è un omaggio all’imperatrice Galla Placidia – passa le giornate in uno stato di apatia totale, fissando il muro, provando a scavare nel proprio passato per capire quando si è spezzato quello che le sembrava un legame indistruttibile. Perché è stata lasciata? Quando si è spezzato qualcosa nella sua relazione? Non ha stimoli. O ragioni per andare avanti. Figuriamoci per riprendere in mano la propria vita.
Finché, di ritorno da un viaggio in Germania, all’improvviso non è più sola. Eh no. Perché accanto a lei compare la Voce. Ovvero Gabriele Münter, la pittrice tedesca che per anni è stata amata – e poi abbandonata, proprio com’è capitato a Galla – da Vasilij Kandinskij. Questa presenza entrerà a pieno titolo nella vita di Galla, prendendola in giro, spronandola, facendole compagnia, pungolandola, tormentandola perfino a tratti, ma soprattutto accompagnandola nel territorio più inesplorato: la riconquista della felicità. Giorno per giorno. Senza più paura.
C’è solitudine, riscatto e leggerezza, quella leggerezza che ci ha insegnato Italo Calvino in queste nuove pagine scritte da Daria Bignardi. Perfette per un pomeriggio di sole.