Un’iniezione di positività. Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut

Avevo comprato questo testo diversi mesi fa, con l’intenzione di leggerlo il prima possibile. Mi ero da poco laureata, e pensavo che non avrebbe potuto esserci momento più adatto per fare miei i consigli di uno degli scrittori più rivoluzionari e geniali di tutti i tempi: Kurt Vonnegut.

Ma si sa, «la vita è tutto quello che ti succede quando sei impegnato a fare altri progetti» e, per una lunga (lunghissima, credetemi) serie di eventi, il piccolo libro dall’accattivante copertina è rimasto sullo scaffale più alto della mia disordinata e alquanto sgangherata libreria. Fino a due settimane fa: quando, intenta a scegliere le letture per la folle fuga sarda, pianificata in tempo zero con F. – amica ritrovata che sopporta stoicamente i miei deliri letterari – ho pensato che fossi finalmente pronta.

Il commencement speech è un’usanza tutta stelle e strisce: una personalità del mondo della cultura o della politica rivolge un discorso ai laureandi al termine dell’anno accademico. Quando siete felici, fateci caso (minimum fax, traduzione di Martina Testa, pp. 107, 13 euro) raccoglie nove discorsi tenuti da Vonnegut fra il 1978 e il 2004 in diverse università americane. Perché un lettore italiano dovrebbe scegliere questo testo? Perché Vonnegut parla a tutti: ci ricorda, con ironia e anticonformismo, che non siamo soli. Ci ridà fiducia nella bellezza delle piccole cose, negli attimi fuggenti. Ci invita a essere liberi e creativi. Quando siete felici, fateci caso non è una semplice raccolta di discorsi, è un libro terapeutico, un’iniezione di positività che rifugge toni consolatori.

A lettura conclusa, mi trovavo ancora sull’isola magica, la zattera del Mediterraneo. Percorrevamo, F. ed io, strade deserte su una vecchia Panda già piena di sabbia, in cerca di calette incontaminate e acque cristalline. Finestrini abbassati, capelli al vento e musica alla radio. Ho ripensato a tutto quello che era successo nei mesi precedenti. A quanto fosse – finalmente – distante, lontano. E non ho potuto fare a meno di sorridere. E di ringraziare il vecchio Kurt. Quando siete felici, fateci caso.

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