Digressione n° 1
Ogni estate, la fine della scuola coincideva con quel tempo sospeso in cui mi nutrivo di sole storie: sarei dovuta essere semplicemente felice. Eppure guardavo con sospetto ogni tipo di imposizione. E le letture obbligatorie non facevano eccezione. Nonostante la ritrosia, c’era qualcosa che mi spingeva fino alle porte automatiche della libreria: la smania di dimostrare che sarei riuscita a leggere qualsiasi cosa mi avessero assegnato.
Goffa e occhialuta, quell’anno facevo il mio ingresso armata di una lista infinita di titoli dei capolavori della letteratura francese. Mi aggiravo tra gli scaffali seria e concentrata. Non posso distrarmi, mi ripetevo, non posso ritornare a casa con più libri di quelli segnati nella lista. Così, come se mi stessi destreggiando tra le corsie di un supermercato a ridosso dell’ora di chiusura, afferravo i libri, spuntavo i titoli e mi presentavo alla cassa. Solo una volta uscita, seduta sul piccolo autobus che mi avrebbe portato verso casa, pescavo un libro a caso dalla busta di cartone. Finché toccò a Madame Bovary. Sarebbe stata quella lettura a dare un nome preciso al mio costante desiderio di evasione dalla realtà.
Digressione n° 2
Ammettiamolo: Gossip Girl è stata una delle serie più seguite dell’ultimo decennio. Gli amori, gli intrighi e i segreti dell’élite di Manhattan ci hanno accompagnato per anni, tenendoci col fiato sospeso fino all’ultima puntata (o quasi). E anche quando l’identità della terribile blogger è stata svelata, gli irriducibili – pronti a giustificare ogni trovata degli sceneggiatori – avrebbero voluto che la serie andasse avanti.
Le acconciature impeccabili di Serena, i completi elegantissimi di Chuck, gli improbabili cerchietti di Blair. Non era importante quanto assurde fossero le avventure dei ragazzi dell’Upper East Side. Perché noi eravamo lì, bramosi di leggere il nuovo post di Gossip Girl, pronti a fingerci scandalizzati di fronte all’ennesimo segreto rivelato.
I fatti
Ci sarebbero voluti anni, un libro ironico e glamour, un parquet scricchiolante a farmi capire quanto la mia lettura estiva del classico francese avesse a che fare con la serie scritta da Josh Schwartz. Il libro in questione è Il fermaglio (Einaudi, traduzione di Laura Noulian, pp. 368, 20 euro). Il pavimento scricchiolante è quello della casa editrice che l’ha pubblicato in Italia.
In occasione del lancio è stato organizzato un evento con alcuni blogger e giornalisti e con l’autrice – l’affascinante Sloane Crosley – in videoconferenza su Skype. Inutile girarci attorno: mi ha conquistato in tempo zero. Scalza, avvolta in un abito a pois vagamente retrò, gatto-munita – particolare immancabile per gli autori in collegamento dalla sala ovale di via Biancamano 2, ve lo ricordate Neo, il gattone di Jeff Vandermeer? – con il sorriso contagioso di chi ha mollato un lavoro per inseguire (e realizzare) il sogno di diventare scrittrice: era proprio lì, davanti a noi.
Ci sarebbero voluti anni, un libro ironico e glamour, un parquet scricchiolante a farmi capire quanto la mia lettura estiva del classico francese avesse a che fare con la serie scritta da Josh Schwartz. Il libro in questione è «Il fermaglio».
Ma di cosa parla Il fermaglio? A chi lo consiglierei? Raramente ho trovato una quarta più geniale di questa, e altrettanto esauriente, per cui ve la riporto qui: «Capita a tutti un momento della vita in cui metà dei tuoi amici è al secondo figlio e l’altra metà al secondo Martini».
CVD
Non servirebbe aggiungere altro. Se non dettagli che vi faranno amare ancora di più questo romanzo. Kezia è l’assistente di una designer di gioielli narcisista e compiaciuta. Victor ha perso il lavoro inventando un motore di ricerca così inutile da lasciarlo disoccupato. E poi c’è Nathaniel, l’affascinante intellettuale della compagnia, che ha abbandonato le riviste impegnate per dedicarsi alla realizzazione di una sit-com (che è già stata cancellata). Sarà il matrimonio di una amica dei tempi del college l’occasione giusta per farli riunire, e per aiutarli a comprendere come le loro strade si siano allontanate. Forse per sempre.
Ma se una collana – ispirata all’omonimo racconto di Guy de Maupassant – scompigliasse le carte, spingendo verso un folle viaggio in terra francese quello che sembrava lo sfigato del gruppo? (Ah, intendiamoci #teamVictor tutta la vita, anche se sì, lo ammetto: avrei ceduto all’istante al fascino di Nathaniel). E se gli altri due, poi, avessero la malsana idea di seguirlo?
L’incantevole Sloane, che ironicamente sostiene di aver imparato tutto quello che c’è da sapere sull’essere donna attraverso Madame Bovary (e che adora Joan Didion), ha pure recitato in Gossip Girl. Ed è riuscita in un piccolo miracolo: coniugare con sapienza questi due universi, rendendo omaggio alla letteratura francese e ironizzando con arguzia sul mondo tutto glitter e cerchietti descritto nella serie tv americana. Il risultato è Il fermaglio. Una di quelle gemme rare, da scovare in libreria: un libro letterario che sì, signore e signori, possiede anche una trama.
Ma se una collana – ispirata all’omonimo racconto di Guy de Maupassant – scompigliasse le carte, spingendo verso un folle viaggio in terra francese quello che sembrava lo sfigato del gruppo? E se gli altri due, poi, avessero la malsana idea di seguirlo?
Dunque è a te che mi rivolgo, ragazzina goffa e occhialuta del 2016, che magari non vai in libreria e compri i romanzi per la scuola su Amazon. Quest’estate, quando cliccherai su Madame Bovary, prova a dare un’occhiata ai libri suggeriti dall’algoritmo, in fondo alla pagina. Potresti trovare anche quello di Sloane Crosley. Prendili entrambi. Fidati di chi ci è già passata.